lunedì 12 gennaio 2009

Mio intervento nella prima assemblea regionale dei Giovani Democratici

Quando ho deciso di candidarmi e quando ho coinvolto anche altri ragazzi nell’avventura delle primarie, mi sono chiesto quale dovesse essere la funzione, il senso di una Giovanile. Ci dicono che siamo il futuro, che il partito investe e spera su di noi, ma, a mio parere, non sono chiare le idee su quale dev’essere il ruolo della Giovanile. La mia opinione è che, così com’è, con tutto il rispetto, non serve.

Una giovanile, a ben vedere, c'è già: è sui territori, dove i ragazzi organizzano iniziative culturali, musicali, lavorano nelle Feste di Partito, servendo gamberoni, lumache, stoccafissi (che sono molto più politici dei salotti televisivi), invece di agitarsi per le poltrone, anzi poltroncine, per le carreghette! Una giovanile che non accoglie i giovani che si affacciano  per la prima volta alla politica con noiose assemblee in cui pochi decidono e molti si limitano ad applaudire. Guardando alla nostra Liguria, penso a luoghi, come Voltri, la Valle Stura, dove in pochi giorni, pur avendo saputo delle primarie, solo poco prima della scadenza per la composizione delle liste, hanno portato 80 giovani a votare liberamente. Penso anche a realtà come Sampierdarena, Rivarolo, Certosa, PonteX, Sturla, che già esistevano e che hanno dato prova di vitalità in quest'occasione. Guardiamo inoltre a territori come Imperia, dove una giovanile c'è: dinamica, frizzante, autonoma e coraggiosa, perché lì, non dimentichiamolo, dove imperversa Scajola, non è facile, soprattutto se giovani, essere democratici. Guardiamo anche alla realtà Spezzina, dove si sono recati a votare per le primarie più di 1.200 giovani. E, a mio parere, questo risultato elettorale è il frutto autentico di un lavoro pluriennale di rapporto intenso col territorio.

Quel che bisogna fare è mettere in rete tutte queste realtà, puntare sui futuri circoli dei Giovani Democratici, che non dovranno essere club di due amici, o semi-sezioni fantasma, fatte in fretta e furia, ma Circoli legati alle sezioni territoriali di riferimento, cioè ogni circolo Giovanile dev'essere collegato, interagire e lavorare, insieme ad uno o più Circoli territoriali. Questa è la mia idea di giovanile.

Per me, e spero anche per voi, la giovanile deve saper scendere dalle stanze ed essere tra i ragazzi del proprio quartiere, sui luoghi di lavoro, tra i precari, nelle scuole, nelle università … sul territorio!

Serve una giovanile analfabeta, uso questo termine citando Don Ciotti che così si è espresso intervenendo alla fondazione di Libera Liguria. Intendo dire che non bisogna mai sentirsi arrivati, si deve aver sempre la voglia di crescere, di conoscere, di imparare e riflettere. Non sono le facili certezze che ci devono far da guida, ma l’umile, critica, onesta volontà di cambiare la politica. E allora il nostro simbolo non può essere un punto esclamativo, piuttosto un punto di domanda, a significare i dubbi dei giovani verso la politica, a cui noi democratici abbiamo il dovere di rispondere con metodi nuovi ed onesti. No, quindi al punto esclamativo, se significa qualcosa di diverso dal cambiamento. (pausa) E per far si che la nostra giovanile sia realmente analfabeta, deve aver l'umiltà d'essere tra la gente, sul territorio.

Lo so, ho usato il termine territorio molte volte, ma ritengo che il concetto non sia mai abbastanza ribadito. E per questo una delle battaglie che porterò avanti negli organismi della Giovanile, oltre all’imprescindibile rispetto delle regole, sarà la centralità dei... territori. E la mia attività, che umilmente chiamo politica, più che nei tortuosi corridoi della Federazione, sarà nel mio circolo, nelle Feste del Partito, in una parola sola la mia attività sarà sul territorio!

Per mettere in rete le varie realtà territoriali, servirebbe un Partito Democratico orizzontale che abbia organismi di coordinamento dei vari circoli e sappia metterli in diretto e autonomo contatto tra di loro; servirebbe un partito i cui militanti non siano solo benzina, ma motore! Un Partito che sappia integrare i circoli e le loro istanze senza il bisogno di inutili, anzi dannosi, verticismi! In un partito orizzontale, anche i giovani troverebbero direttamente il loro luogo di espressione. In questo contesto, i giovani non sarebbero qualcosa di “aggiunto” o di “collaterale” al Partito e allora, una giovanile non servirebbe.

Ma se una giovanile si deve fare, i suoi dirigenti non devono esser scelti per quanto son “politici”, ma per quanto siano in grado di rappresentare i Giovani nel Partito: servono dirigenti indipendenti, capaci di metter da parte la loro carriera personale e che sappiano farsi spazio all'interno del “Partito” per inserire giovani negli organi del P.D., e perché no, anzi soprattutto, nelle istituzioni; insomma, un dirigente della giovanile deve saper dire dei NO; i “vertici” della giovanile devono saper fare da amplificatore dei giovani e non esserne la sordina. Io mi auguro che la futura dirigenza, sia locale che nazionale, sappia essere amplificatore e non sordina. Ma in ogni caso si sappia: (pausa) la nostra tromba continuerà a suonare!

BUONA ASSEMBLEA A TUTTI"
Alberto Spatola

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