lunedì 31 maggio 2010

Bolettino parocchiale N.S. Assunta: "La prossima cometa"

Il rapporto con il denaro, e in generale con l'economia, ha condizionato il cristianesimo sin dalla sua nascita.
Nella mangiatoia di Betlemme, con i doni dei pastori e dei re magi; con la cacciata dei mercanti dal tempio, con la nascita delle prime comunità cristiane, nei conventi, con le spedizioni crociate, infine con le indulgenze e via via sino ad arrivare ai nostri giorni.
Da questo breve elenco già si capisce come, nel corso di 2000 anni, questo rapporto tra denaro e cristianesimo sia mutato a volte a favore di un cristianesimo delle origini e altre in cui mammona, la voglia di ricchezza, ha avuto il sopravvento sulla solidarietà.
Quel che però in 2000 anni non è mai capitato è fare i conti con una economia in grado di divorare un intero pianeta a suon di inquinamento e creare disuguaglianze globali. A differenza di quando si è colonizzata l'America latina la Chiesa non è più in grado di condizionare la società come quando evangelizzava gli indios affiancando le violenze dei conquistadores.
Le sfide che si presentano adesso sono diverse e per superarle serve lo sforzo dell'intera società, non basta più quindi il semplice interesse della comunità cattolica: le povertà si nascondono nelle periferie delle città, in piccole aziende che falliscono, nelle favelas del mondo, in contadini indiani che devono lottare contro le multinazionali, le quali sottraggono loro l'acqua e coltivano prodotti geneticamente modificati, nei villaggi africani sfiancati dalle guerre e dall'occidente, che costruisce dighe per energia elettrica sottraendola all'irrigazione.
Finché la nostra mentalità sarà oscurata dal nero del petrolio, non riusciremo di certo a cambiare questo stato di cose, che rischia di soffocare l'intero pianeta con i suoi miliardi di abitanti. Non sarà probabilmente una nuova stella cometa a farci capire quale strada bisogna intraprendere per poter uscire da questo vicolo cieco, sarà invece la scienza dei re magi e la semplicità dei pastori che ci farà riscoprire il piacere di donare anziché produrre a scapito del prossimo.

Alberto Spatola

venerdì 14 maggio 2010

Recen-te-mente (Recensione con la mente) -La casa degli spiriti, Isabel Allende- [3]

Quando avrete finito di leggere "La casa degli spiriti", e lo riporrete nella vostra libreria, vi accorgerete che sarà uno dei libri più rovinati, perché, nell'arco di tempo in cui lo avete letto, lo avrete portato con voi d'ovunque, cercando d'essere guidati dagli spiriti, reali e non, che si nascondono tra l'inchiostro.
Appena sarà tra gli altri tomi, i diversi personaggi che vagano per le case e le pagine, ti lascieranno la loro esperienza di vita e di Cile: starà così al lettore decidere se cercare di risvegliare i personaggi o se farli giacere nella propria mente.
Probabilmente qualche regista deve aver provato a risvegliare gli spiriti di questo romanzo su una pellicola cinematografica, ma si stupirebbe nel scoprire che un architetto potrebbe meglio rappresentare questa saga sudamericana tra il reale e il fantastico, la storia e la quotidianità.
Solo un architetto, o meglio un'architetta, potrebbe seguire l'avvicendarsi delle vicissitudini della famiglia Trueba nata dal sudore del padre Esteban, pragmatico e scorbutico, e dalla naturalezza con cui la madre Clara tratta spiriti e persone; solo un'architetta, che dev'essere però in grado di costruire palazzi imponenti e maestosi, come vuol essere questa famiglia, ma di costruirli in fretta perché in qualunque momento questi palazzi potrebbero essere abbattuti dai frequenti terremoti all'interno della famiglia e del paese sconvolto spesso da frequenti scosse naturali o sociali.
Nel libro sono numerosi gli esempi di come l'architettura possa simboleggiare le tante storie che si intrecciano in maniera così fitta da dover usare uno scalpello, piuttosto che un telaio, per dipanarle: la casa delle Tre Marie, tenuta agreste della famiglia, le case di mattoni dei contadini, il palazzo del Presidente, abbattuto dalle forze armate pronte a far cadere quel governo di centro-sinistra così odiato da Washington, e poi la casa dell'angolo, dove vengono narrate la maggior parte delle storie di questo romanzo.
La casa dell'angolo si presenta come una casa ricca, di stile britannico, ordinata con un ampio cortile centrale, ma i corridoi, la cantina, le gabbie dei volatili che vengono in seguito svuotate, le stanze sul retro nascondono le vite tormentate di questi personaggi che sono frutto soprattutto della polvere che il nostro scalpello solleva scuotendo le storie che hanno attraversato il Cile nel secolo raccontato da Isabel Allende attraverso i sorrisi, le bastonate, la fame, di cibo e di libertà, le superstizioni: le scaglie che vengono lasciate dallo scalpello di una storia appasionante.
Infine, ma non meno importanti, per la casa vagano gli spiriti che assecondano le paure e il coraggio di questa costruzione che ci sembra di attraversare guidati dalla penna dell'autrice, ovviamente sotto forma di spiriti, e lasciatemi azzardare dicendo che gli spiriti sentiti dalla famiglia Trueba non sono nient'altro che i lettori , i quali vorrebbero entrare in questo magnifico palazzo che è "La casa degli spiriti".

Alberto Spatola

mercoledì 12 maggio 2010

Poesiola: "Cane in cattedra"








Se ne le carceri statunitensi ti fossi recato
qualche italiano lo avresti trovato
intento a scontar la pena di qualche coltello presto sfoderato
ma ancor di più la sua colpa fu da Genova di partire
con cartone e poche lire
quelle palanche che un italiano ha rubato Sottoripa nel '993
ad un VuCumprà del Senegal che haimè
la polizia considerò ladro di sè.
A quanto pare
la nostra Storia insegna da cane.

Alberto Spatola

lunedì 3 maggio 2010

Primo Maggio









Testo da cui è stata estrapolata una mia intervista al Corriere di Sestri:


Il primo Maggio è da tutti considerata "la Festa dei lavoratori", ma adesso più che mai è necessario ridargli il significato iniziale: una data simbolo per ricordare la storica lotta ambientata nelle città industriali degli U.S.A. negli anni '80 dell''800.
In quegli anni si è versato il sangue degli operai di Chicago, con quelle morti iniziarono i primi scioperi per le otto ore lavorative. Quelle battaglie operaie erano spesso capeggiate da sindacalisti italiani, migrati per il lavoro come coloro che oggi respingiamo; questo ci deve far riflette sull'importanza di questa "festa dei lavoratori", perché sarebbe bene ripartire dal ricordo di quel movimento, per riscattare i tanti diritti, dei lavoratori e non solo, calpestati in questi anni.
Se per ricordare la resistenza si è soliti andare sulle montagne, per celebrare il 1 Maggio si dovrebbe andare nelle fabbriche: dove si è costruito un senso di comunità che non va perso.

Alberto Spatola